Marco Rossati

Scrive Marco Rossati

Nella presentazione a catalogo: "…Si potrebbero definire canonici gli umori surrealisti che Giuseppe Dente ha sviluppato in questi anni di lavoro e ricerca.

Canonici fondamentalmente per i temi e i simboli emergenti alla visione, che, salendo attraverso i condotti in cui scorre l´immaginario, mettono iconicamente in contatto gli universi indefinibili e oscuri (da molti detti corrivamente "inconscio") con la fenomenica quotidiana. Ciò che, però, più connota il lavoro di Dente è proprio il suo approccio alla sostanza pittorica.

È, cioè, dalla scabra e sofferta asciuttezza delle tessiture cromatiche, delle linee, delle forme con esse descritte, che scaturisce un suo peculiare, nostalgico sentimento dello spazio. è proprio lì, nei repentini dilatarsi e svanire di orizzonti dai tramonti improbabili, le cui radiazioni rivelano figure dalla sensualità attonita, quasi dolente, che donne, uomini, asteroidi, oggetti… tutto si lascia mettere in posa, come per farsi ritrarre un istante prima che la percezione drammatica della distanza lo sorprenda".

Scrive Marco Rossati

Nella presentazione a catalogo: "…Si potrebbero definire canonici gli umori surrealisti che Giuseppe Dente ha sviluppato in questi anni di lavoro e ricerca.

Canonici fondamentalmente per i temi e i simboli emergenti alla visione, che, salendo attraverso i condotti in cui scorre l´immaginario, mettono iconicamente in contatto gli universi indefinibili e oscuri (da molti detti corrivamente "inconscio") con la fenomenica quotidiana. Ciò che, però, più connota il lavoro di Dente è proprio il suo approccio alla sostanza pittorica.

È, cioè, dalla scabra e sofferta asciuttezza delle tessiture cromatiche, delle linee, delle forme con esse descritte, che scaturisce un suo peculiare, nostalgico sentimento dello spazio. è proprio lì, nei repentini dilatarsi e svanire di orizzonti dai tramonti improbabili, le cui radiazioni rivelano figure dalla sensualità attonita, quasi dolente, che donne, uomini, asteroidi, oggetti… tutto si lascia mettere in posa, come per farsi ritrarre un istante prima che la percezione drammatica della distanza lo sorprenda".

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