Mara Ferloni

GIUSEPPE DENTE

«LE METAFORE nelle opere di Giuseppe Dente»

Artista sempre aperto a scandagliare ciò che c’è di più intimo e di più nascosto nella mente, nelle sue composizioni, ricche di valori simbolici, con incisività segnica, attraverso un’attenta ricerca della luce e la forza del colore, esprime compiutezza ed equilibrio.
Più aperto all’inconscio che all’espressione, nei paesaggi, nelle nature morte, nelle figure, nei nudi di donna emblematici, dipana in frammenti di stati d’animo, il suo discorso stilistico che, tra forma e contenuto diventa fantastico, popolato da simbologie che si stagliano negli spazi emotivi in campiture dai colori accesi.
E’ una pittura surreale, narrativa, sempre vitale e attraverso il segno essenziale e l’alternarsi di una cromia variegata, intensa, ha la capacità di tradurre le inquietudini e le incomunicabilità proprie del nostro tempo, trasformandole in visioni oniriche e ambientazioni naturali rivisitate sempre dallo sguardo interiore indagatore.
In una complessa ricerca della condizione del vivere, il quotidiano diventa immaginario e i suoi lavori “Sguardo sull’infinito”, “Albero solitario”, “Il viaggio”, “L’attesa dell’ebbrezza”, “La dormiente”, “La sfera del destino”, “Musica nella mente”, “Le mani e la luna”, “Senza uscita”, “Solitudine” nascono da un sincero impulso creativo e comunicano emozioni e sentimenti.
Nel mare che si confonde con l’immenso, mutevole come l’amore, una donna in attesa vive un’atmosfera sospesa, senza tempo, forse una struggente solitudine o forse l’essenza della vita … Giuseppe Dente in alcune opere si è ispirato a Toulouse Lautrec e a Magritte, ma poi proseguendo il suo personale ed originale cammino artistico ha elaborato il suo mondo onirico che delimita il reale dall’irreale in un colloquio sempre più stretto, introspettivo con gli oggetti, le immagini, la natura, in un gioco di evocazioni che rivelano le radici profonde spesso inaccessibili della mente e altro non sono che metafore della nostra condizione esistenziale.
Le tematiche coinvolgenti di Giuseppe Dente mi riportano ad alcuni versi di Antonio De Marco: “… Sintesi del mistero dell’Immenso / mistero del mistero nel mistero / racchiuso in un rettangolo, / … ma il tempo implacabile / lampeggia tra illusione e realtà / la stupenda tempesta della mente / dell’artista profeta … “

Mara Ferloni

GIUSEPPE DENTE

«LE METAFORE nelle opere di Giuseppe Dente»

Artista sempre aperto a scandagliare ciò che c’è di più intimo e di più nascosto nella mente, nelle sue composizioni, ricche di valori simbolici, con incisività segnica, attraverso un’attenta ricerca della luce e la forza del colore, esprime compiutezza ed equilibrio.
Più aperto all’inconscio che all’espressione, nei paesaggi, nelle nature morte, nelle figure, nei nudi di donna emblematici, dipana in frammenti di stati d’animo, il suo discorso stilistico che, tra forma e contenuto diventa fantastico, popolato da simbologie che si stagliano negli spazi emotivi in campiture dai colori accesi.
E’ una pittura surreale, narrativa, sempre vitale e attraverso il segno essenziale e l’alternarsi di una cromia variegata, intensa, ha la capacità di tradurre le inquietudini e le incomunicabilità proprie del nostro tempo, trasformandole in visioni oniriche e ambientazioni naturali rivisitate sempre dallo sguardo interiore indagatore.
In una complessa ricerca della condizione del vivere, il quotidiano diventa immaginario e i suoi lavori “Sguardo sull’infinito”, “Albero solitario”, “Il viaggio”, “L’attesa dell’ebbrezza”, “La dormiente”, “La sfera del destino”, “Musica nella mente”, “Le mani e la luna”, “Senza uscita”, “Solitudine” nascono da un sincero impulso creativo e comunicano emozioni e sentimenti.
Nel mare che si confonde con l’immenso, mutevole come l’amore, una donna in attesa vive un’atmosfera sospesa, senza tempo, forse una struggente solitudine o forse l’essenza della vita … Giuseppe Dente in alcune opere si è ispirato a Toulouse Lautrec e a Magritte, ma poi proseguendo il suo personale ed originale cammino artistico ha elaborato il suo mondo onirico che delimita il reale dall’irreale in un colloquio sempre più stretto, introspettivo con gli oggetti, le immagini, la natura, in un gioco di evocazioni che rivelano le radici profonde spesso inaccessibili della mente e altro non sono che metafore della nostra condizione esistenziale.
Le tematiche coinvolgenti di Giuseppe Dente mi riportano ad alcuni versi di Antonio De Marco: “… Sintesi del mistero dell’Immenso / mistero del mistero nel mistero / racchiuso in un rettangolo, / … ma il tempo implacabile / lampeggia tra illusione e realtà / la stupenda tempesta della mente / dell’artista profeta … “

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